Migranti e strutture ricettive, la replica di Federalberghi
Rispetto per ogni opinione, purchè non foriera di disinformazione o illazioni gratuite.
“Le affermazioni dell’on. Fedriga - evidenzia
Cristina Lipanje, presidente dell’associazione di categoria - difettano di un’adeguata conoscenza dei fatti e dei loro risvolti, qualora vogliano intendere che, ospitare migranti nelle strutture ricettive rappresenti un business o una facile scorciatoia per un lauto e comodo guadagno.
In realtà, invece - spiega il presidente di Federalberghi - quasi sempre, si tratta di una scelta obbligata per l’imprenditore il quale, per vari motivi, si trova in difficoltà e che, rifiutando tale opportunità, sarebbe costretto a chiudere l’attività e a licenziare i propri dipendenti.
Inoltre va considerato come talvolta, le spese da sostenere per le riparazioni dei danni talvolta subiti, arrecati anche involontariamente ad infrastrutture, mobilio e servizi dell’albergo, siano superiori ai ricavi.
Per quanto riguarda la realtà triestina, Federalberghi sarà certamente aperta a qualunque decisione giungesse al riguardo dalla Prefettura, anche se la decisione di mettere a disposizione la propria strutture, sarà ovviamente una scelta dei singoli associati.
Ad ogni modo - conclude Lipanje - sarebbe auspicabile che, in futuro, pubbliche esternazioni di chicchessia, siano precedute da un adeguato approfondimento di fatti e situazione al fine di non creare disinformazione e, soprattutto, ledere gratuitamente, con insinuazioni fuorvianti, dignità e professionalità della nostra categoria”.
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